Tornano i clown

21,00 19,95

  • Editore: Medusa Edizioni
  • Collana: Le porpore
  • Anno edizione: 2017
  • In commercio dal: 2 marzo 2017
  • Pagine: 190 p., ill. , Brossura
  • EAN: 9788876983801
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Descrizione

“Il circo è tutta la nostra vita – confessano Pierre Etaix e Annie Fratellini in una lettera indirizzata a Federico Fellini -. Non c’è circo senza clown… Noi siamo clown… Autentici… Nostro malgrado e per nostra fortuna. Clown non si diventa, diceva Paul Fratellini. Clown si nasce o non si è clown. Ma questo dono o questa anomalia è anche un mestiere difficile ed è soprattutto un’arte. Un mestiere difficile che include tutti gli altri. Alcuni clown l’hanno insudiciato perché non erano veri clown. Il clown è l’inventore, il regista, l’interprete di sé stesso… È tutto questo e non lo sa. Egli appartiene alla mitologia. Non lo si può vedere se non al circo. È li che vive e muore nella stessa sera per rinascere l’indomani. Quando muore davvero, di lui non resta che un ricordo. “Che cosa mangia un clown?”, domandò una bimbetta ad Annie che non sapeva cosa rispondere per paura di violare il meraviglioso… Meglio accontentarsi di sorridere per nascondere la tristezza che ne consegue, quando si consideri l’abisso che separa il fanciullo dall’uomo. Tuttavia il clown non è stato creato per il fanciullo, ma per l’uomo dal cuore di fanciullo… Innanzitutto c’è il “clown” buffone, folletto, scintillante, dalla maschera bianca. C’è poi l'”Augusto”, lo scaltro, dall’aspetto balordo, dalle scarpe e dagli abiti troppo grandi. Essi sono l’uno agli antipodi dell’altro, ma la loro armonia ha del miracoloso. È necessario ci sia fra i due quella perfetta complicità che in pratica esiste solo fra persone della stessa famiglia. E poi ci vuole la fede per farsi piacere di ricevere ogni giorno un ceffone o un calcio nel sedere o meravigliarsi per un cerchio di luce. È a questa condizione solamente che il pubblico diviene complice. Nell’era della scienza e della demistificazione è ben difficile immaginare il persistere dell’arte clownesca… E tuttavia i giochi del circo non stanno scomparendo, al contrario… Come lo sport, è una forma di spettacolo che sopravviverà… Perché è puro… E poiché non c’è circo senza clown…”

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